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La mia metamorfosi mi da un sentire nuovo verso il male
corrente. L’abbiamo sentito da una realtà fuori Dio che va
contro di Lui. L’abbiamo trattato con odio. Non posso più
lottare contro il male: è la morte viva dell’amore che
dispone per la mia metamorfosi.La accetto di subire. Zizzania: deve stare lì, accanto al buon grano. Non sono fustigatore del male, che tratto bene con la mia metamorfosi.

Dal mio nemico l’azione di morte fisica e morale. Accetto di subirla con devoto silenzioso amore. Mi sciolgo così la
morte viva dell’amore del Padre. Sciogliendola la trasformo
in vita: è la mia metamorfosi umana e cristiana. La sua
dinamica non è da me, ma dalla metamorfosi Paterna. Lui
soddisfa la sua piccolezza tendenziale trasformandosi fino
a farsi moribile. Lui metamorfosato fa metamorfosante (fa
agire) la mia così: subisce la morte viva dalla sua creatura,
liberamente, con amore silenzioso e devoto. Dalla
morte viva questa azione di morte su di me, ed ecco il mio
nemico. Accetto di subire l’azione di morte di morte con
devoto silenzioso amore, mi sciolgo la morte e la trasformo
in vita: è la mia metamorfosi. La sua fa agire la mia,
per quella devozione che mi ha dato e che mi piega amorosamente
alla sua volontà metamorfosale. Sia fatta la tua
volontà metamorfosale.
La dinamica ha bene fatto emergere la funzione mediana
del nemico. Irremovibile, ineliminabile, indispensabile. Il
male che dico lo prendo dal mio bene visto, ma non sono
flagellatore del male. Lo tratto con la mia metamorfosi. Ci
fermiamo con attenzione ad essa. Estimazione dei nemici.
Mi sono domandato: i miei nemici come li devo classificare?
Mi si sono presentati tre termini:
1) Sono i miei tesori: l’ho scartato perché come la tomba
dell’amore Paterno non è certo un tesoro.
2) Sono i miei valori: l’ho pure scartato perché i miei
nemici come mattatori dell’amore Paterno non sono un
valore.
3) Sono i miei preziosi: l’ho subito accolto: poiché i miei
nemici hanno un prezzo elevatissimo, rasenta l’infinito:
il loro prezzo è la morte dell’amore Paterno.
Per portare il discorso alla sua completezza dobbiamo fare
parola di tre realtà tra loro collegatissime (collegate alla
funzione mediana):
1) Il male corrente
2) I miei nemici
3) Le umane ingiustizie.
1) Il male corrente. Parlo del male che c’è in questo mondo,
non di quello che riesce a passare al di là con noi. Fino
ad ora l’abbiamo sentito una realtà contro Dio e contro
l’uomo, ma fuori di Dio comunque. Una realtà che va
trattata così: va giudicata, condannata, punita, combattuta
con tutto l’odio di cui siamo capaci, magari da bruciare
insieme con colui che lo porta, come abbiamo fatto
noi Chiesa cristiana. E siccome il male viene veicolato
da Satana, nell’uomo la lotta era contro il peccato e contro
Satana. Io però ora non posso più combattere contro
il male. Non sono obiettore di coscienza. Il male, a questo
punto del discorso, che cos’è? È la morte viva dello
spirito di amore del Padre, voluto per volontà metamorfosale
perché la sua discesa a noi potesse avere la nostra
ascesa a Lui: ci salva con il male. Ogni mio lamento contro
il male è un volere non accettare il piano Paterno, è
un voler fare da padroni nelle cose di Dio. Il male che ci
fa mostruosi lo vuole e lo conduce lo Pneuma Paterno
che ci guida a un male che poi ci farà specchiati in noi.
Ecco a che cosa ci induce lo Pneuma. Lasciatela crescere
la zizzania: occorre. Rispetto e pazienza col male.

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