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Dal male subìto la corrente di vita che a tutti va in dono:
il perdono di Dio. Il male lo usa il Padre, anche a me lo
ha insegnato. Ambedue accettiamo di subire, sciogliamo
la morte, e da lì prende a scorrere la vita metamorfosale.
Questa diventa perdono: a tutti in dono. Perdono Paterno:
là dove si inserisce, suscita un sentire, provoca un dolore,
da scoppiare la conversione. Perdono non verbale, ma
vitale.

Subendo l’azione di morte dal mio nemico, con devoto
silenzioso amore, sciolgo la morte viva dell’amore
Paterno; sciogliendola la trasformo in vita, ed ecco la mia
metamorfosi. Nella mia metamorfosi ho colto la funzione
mediana del nemico. Vi si colloca come mezzo indispensabile,
un mezzo dal prezzo elevatissimo, al punto da chiamarlo
il mio ‘prezioso’. Il nemico svolge la sua funzione:
1) Col male
2) Con la qualifica personale
3) Con l’ingiustizia sociale.
In quella funzione mediana vi ho scorto la presenza del
male. Nemico e male fanno un’unità inscindibile: il nemico
fa sempre del male.
1) Come lo abbiamo sentito
2) Come lo abbiamo trattato.
La conoscenza Pneumatica del male: morte viva dell’amore
Paterno, mi ha dato un nuovo modo di trattarlo. Non
posso più combatterlo, e quindi non riesco più a lottare
contro il male. Fino a ieri mi sono lanciato contro di esso,
anche a distanza; oggi non più. Oggi lo tratto in modo
diverso, in un modo nuovo. Il male serve al Padre e a me.
Subendo il male da tutte le sue creature il Padre punta alla
loro salvezza. Per conseguire risultato migliore, il Padre
mi chiama personalmente a offrirgli il mio aiuto: ‘Mi vuoi
aiutare a salvare i fratelli dal loro male?’. Tutto il male
corrente è anche contro di me. Se venendolo a conoscere
lo accetto con tanto silenzioso amore, l’odio che sento
contro il male corrente lo trasformo in vita, e con la mia
vita metamorfosale porto salvezza a chi lo commette.
Dalla mia metamorfosi esce una corrente di vita, come
dalla Paterna esce la corrente di vita. La corrente di vita
genera (e opera e attua) il perdono. Il tema lo dobbiamo
ora necessariamente sdoppiare in perdono di Dio e in perdono
del cristiano. Dio perdona il male delle sue creature.
1) Come perdona. Finchè pensavo il male come una offesa
fatta a Dio, potevo immaginare il perdono come un
dire verbale e cordiale di Dio, il quale cancella la mia
offesa morale: me la scioglieva, me la annullava, magari
con la mediazione del suo ministro. Ma adesso che
mi scorre la conoscenza Pneumatica del male e so che
è morte viva dell’amore Paterno,
2) il perdono lo penso diversamente. Morendo, il Padre
produce la vita dell’amore; essa è frutto della sua metamorfosi,
ed è un dono aperto a tutti.
Il perdono è la vita dell’amore metamorfosale offerta in
dono a tutti: primo a colui che la fa morire. Il perdono è
per tutti, ma non in tutti riesce a inserirsi la vita offerta in
dono. Entrando suscita un sentire: il sentire del male che
ci si fa all’amore; se ne prova vivo e profondo dolore, e ci
si muove per la propria guarigione. Il perdono del Padre
non è verbale e più che cordiale, ma è vitale: è la vita dell’amore
metamorfosale che accolta e azionata scioglie la
morte dell’amore.
La genesi del perdono Paterno: con devoto silenzioso
amore subisce la morte. Scioglie così la morte viva, la trasforma
in vita capace di dare un sentire il male, un provare
il dolore e un puntare alla guarigione. Il perdono del
Padre è solo vita (metamorfosale). Suscita un sentire, provoca
un dolore e avvia alla conversione. E come dovrà
essere il perdono del cristiano, allora?

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