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In Dio l’autorità è scorrimento, ma sacrificale: autorità
dei piccoli. La radice è nel talamo eternale. Nel talamo
metamorfosale è scorrimento di moribilità che gli darà
un’autorità sacrificale. In quello umano è completamente
sacrificale. La nostra, invece, è sacrificante.

Abbiamo considerato i beni inerenti la persona umana, per
sapere se anche questi dobbiamo lasciarceli odiare. Per
prima è entrata la dignità umana. L’abbiamo trovata contraria
alla divina: la nostra non è più sacrificabile, mentre
la divina è e rimarrà sempre tale. Ne è venuta una urgenza:
rifacciamo sacrificabile l’umana, per non disastrarci
nella nostra opposizione alla dignità divina.
Abbiamo già fatto entrare nella nostra considerazione il
secondo bene inerente: l’autorità bene delineata: quella
genitoriale. L’analisi del termine autorità ci ha fornito la
sua composizione.
Si compone di un pronome: autòs: se stesso; e di un verbo:
rein: scorrere. Così l’autorità dei genitori ci si è definita: è
lo scorrimento di se stessi nei figli. Il primo scorrimento
coincide col coniugio maritale in cui si attua l’umana concezione.
Da questo scorrimento fisiologico prende il via
quello intellettuale, morale e religioso.
A questo punto, la definizione di autorità abbisogna di un
confronto con quella divina, per averne conferma o disdetta.
Cos’è l’autorità divina?
È scorrimento in se stesso. Disponiamo di una smagliante
luce Pneumatica che ci consente di conoscere il suo scorrimento.
Vediamo tre fasi ben distinte:
1) Nel talamo eternale: siamo nella Trinità infinita. È
scorrimento Paterno, di se stesso espropriato, in persona
di Figlio, con comunione di vita eternale. È l’autorità
del piccolo.
2) Nel talamo metamorfosale: nel quale il Padre trasformandosi
si fa in concentrato di potenzialità vivibile e
moribile. È scorrimento Paterno di se stesso espropriato
vivibile e moribile, in persona di Figlio. Da quello
scorrimento è tutta la insanabilità sacrificale del Figlio.
Lo scorrimento del Padre moribile nel Figlio morente
non domanda alcun comando Paterno e nessuna obbedienza
Figliale. È cioè una pura esigenza d’essere.
3) Nel talamo umano: al mio incominciare con lo scorrimento
fisiologico dei miei genitori, prontamente si è
fatto lo scorrimento Paterno: fu lo scorrimento dello
spirito di amore del Padre vivibile e moribile nel mio
fare. Io non potevo scegliere: se farlo vivente o morente.
Satana mi ha imposto la sua autorità e me lo ha fatto
morente, me lo ha messo in malattia, perché vada alla
morte dell’amore. E così è avvenuto. Per istinto mi
sono sempre amato e sempre ho odiato, e lo faccio tutt’ora,
perché l’istinto non la smette mai di produrre la
morte dell’amore. E so come il Padre va a questa tragica
morte: con devoto silenzioso amore. Devoto al suo
scorrimento di amore che subisce la morte in silenzio e
con amore. Con lo stesso devoto silenzioso amore va a
una morte profondale, pronto pure a quella abissale,
dalla quale non potrebbe più riemergere. Il Padre non
mi dà un solo comando, non fa alcuna minaccia, non mi
prepara alcun castigo. Col suo scorrimento mi dice unicamente:
mi do da vivere a te, pronto anche a morire, a
lasciarmi odiare. E proprio quando si lascia odiare mi
dice: io salvo morendo; se anche tu fai come me, siamo
in due a salvarci dalla morte eterna. Dio non comanda,
non minaccia e non castiga; si lascia castigare.
Ma questa autorità non è come la nostra. Non la sua come
la nostra, ma la nostra come la sua. Allora noi ci siamo
fatti su la nostra, e poi l’abbiamo messa in Dio maggiorata.
La sua è sacrificale, la nostra invece è sacrificante.

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