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L’umana dignità fatta derivare falsamente dalla divina.
La divina va in discesa mia, con una libera metamorfosi.
Si lascia egoisticizzare e animalizzare, accettando la
forma istintiva. La sua dignità è sacrificale. Noi non
seguiamo la Paterna; ma non abbiamo conosciuto nemmeno
la Figliale.

L’odio del nemico va diritto contro la totalità della persona
umana, ma non sempre colpisce la totalità delle cose
che concorrono alla sua formazione. Le abbiamo chiamate,
queste, i suoi beni:
1) Beni componenti: corpo, anima, spirito umano, spirito
Paterno col suo Pneuma.
2) Beni aderenti: che concorrono alla crescita della persona
umana.
3) Beni inerenti: quelli conseguiti nella formazione umana.
Ci siamo già accostati al primo dei due inerenti, ed è la
dignità umana. Un bene che si va costruendo in continuità,
mediante l’impiego dei beni aderenti. La loro scarsità
pone una vita umana a un livello inferiore a quello che le
spetta: livello infraumano. La loro privazione: quando poi
la persona la si calpesta fino a schiacciarla, allora abbiamo
un livello disumano. L’umana dignità è sempre stata complessa,
e lo è tutt’ora. Nel nostro secolo si è messo in atto
un gravissimo attentato alla dignità di una intera classe
sociale: quella operaia. Per essa è entrata in azione una
idea atea e materialista, come pure l’intera Chiesa cristiana.
Non è il fallimento della prima che mette in crisi la
seconda. Ci siamo posti una domanda: la dignità della persona
umana è proprio sacra ed inviolabile come noi
Chiesa cristiana andiamo dicendo? - seguendo gli impulsi
della luce Pneumatica che ci ha riportato alla veracità del
cristiano, il quale è tale solamente quando accetta di subire
l’azione di morte del nemico con devoto silenzioso
amore. Ed ora ne diamo la risposta. La dignità umana non
è una creazione fantastica, ma mi radica nella natura stessa
della persona. Ha le sue buone esigenze da natura. Sono
i postulati umani: la persona è un concentrato di potenzialità
che vanno realizzandosi col concorso di una varietà di
beni in un ambiente rispettoso della libertà umana. A quelle
esigenze umane noi Chiesa abbiamo accostato delle esigenze
divine. Sono i postulati divini: la dignità della persona
umana è voluta da Dio, e si radica in questo fondamento.
Eccone le radici. La persona è creata da Dio a sua
immagine e somiglianza: vi è un soffio divino: lo spirito
umano. La persona è figlio di Dio con una destinazione
divina: l’eterna comunione con Dio. Dunque, l’umana
dignità è derivazione di quella divina. L’umana rimanda a
quella divina. Io dispongo di una conoscenza specifica:
conosco il Padre, e lo conosco in me dalla luce
Pneumatica. Ne conosco la sua discesa resa possibile con
una metamorfosi Paterna libera. Discende a me nell’atto di
incominciare: espropriato mi si è ceduto, dal suo Agente
mi si è fatto concepire, da vivere mi si è dato disposto
anche a morire. Esigenza di comunione con la sua creatura.
L’accaduto era del tutto preventivato. Satana me lo
blocca in direzione mia e togliendomi la vita dell’amore:
me lo ha egoisticizzato. E perché avesse a funzionare
senza inceppo gli cava gli occhi della sua intelligenza e gli
impone la forma dell’istinto, in modo che io mi avessi ad
amare e odiare per istinto.
Con quella forma lo spirito Paterno raggiunge il livello
della animalità che ha al suo servizio tutta la mia razionalità.
Lui con me, ma sempre mimetizzato. La nostra dignità
affermata nella sua derivazione divina, in Dio non c’è
proprio. Vi abbiamo trovato invece una dignità contraria
alla nostra. Lui esige, domanda, richiede solamente di
essere sacrificato. È degno solamente di amore sacrificale.
Come mai noi Chiesa la diciamo, questa dignità, sacra e
inviolabile? Non conosciamo il Padre. Ma dal Figlio
dovevamo conoscerla. Lui per salvare noi. Ma noi, no.

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